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Reati informatici

Cosa trovi in questo articolo

In un mondo sempre più tecnologico sono diventati estremamente diffusi i reati informatici, comportamenti che il nostro codice penale inquadra nella categoria dei reati e per i quali prevede dunque delle pene.

 

Capire quali sono i reati informatici è utile innanzitutto per tenersi alla larga dai comportamenti e dalle azioni che potrebbero configurare una violazione del codice penale, ma anche per conoscere i pericoli cui si va incontro quando si naviga in rete e si utilizzano in generale i sistemi informatici.

 

Cosa sono i reati informatici

Per capire cosa sono i reati informatici è necessario conoscere i riferimenti normativi attualmente in vigore, ma anche essere consapevoli del fatto che si tratta di un ambito in rapida evoluzione. La rivoluzione tecnologica è tuttora in corso, il settore dell’informatica e del digitale accoglie di frequente delle novità e con esse arrivano anche nuovi comportamenti che potrebbero configurarsi come reato. Chi si interessa dei reati informatici deve dunque sapere che dovrà tenersi costantemente aggiornato per restare al passo con le novità e con le normative più recenti.

 

Con l’espressione reato informatico ci si riferisce ad un crimine commesso con l’utilizzo di tecnologie telematiche o informatiche. Il riferimento normativo nel nostro paese è la legge 547/1993, la quale è stata emanata per regolamentare e tenere sotto controllo un settore che ancora oggi è al centro di numerosi dibattiti. A partire dagli anni ’80, quando la rivoluzione digitale ha iniziato ad interessare molteplici settori lavorativi, si sono diffusi comportamenti volti a trarre dei vantaggi in modo non corretto e si è reso necessario dunque un inquadramento normativo dei reati informatici.

 
reati informatici
I reati informatici sono crimini commessi con l’utilizzo di tecnologie telematiche o informatiche.
 

Definizione di frode informatica

Fondamentale quando si parla dei reati informatici è la definizione di frode informatica, comportamento che rientra tra le violazioni del nostro codice penale. Secondo l’articolo 640 ter del codice penale, con frode informatica si fa riferimento ad una qualsiasi alterazione di un sistema telematico o informatico volta a procurare un danno ad altri e/o un profitto per sé o per altri. La frode informatica viene punita secondo il codice penale del nostro paese con una multa tra € 51,00 e € 1.032,00 e con una reclusione da sei mesi a tre anni.

 

Tra le più diffuse frodi informatiche bisogna ricordare la diffusione dei dealer ed il phishing. Con dealer si fa riferimento a programmi informatici che bloccano il servizio offerto dall’operatore telefonico con cui la vittima della frode ha l’abbonamento e che fanno sì che il computer o lo smartphone effettuino il collegamento a servizi a pagamento, creando così un danno economico per la vittima ed un vantaggio economico per chi si è reso protagonista della frode.

 

Il phishing è invece considerato una forma di adescamento: il malintenzionato inganna la vittima, mostrandogli ad esempio un sito web con la stessa grafica del sito di cui si vogliono ottenere le credenziali, oppure inviando delle mail fasulle allo scopo di sottrarre informazioni sensibili. Il phishing viene utilizzato ad esempio per sottrarre le credenziali di accesso ai servizi bancari online, oppure per ottenere le password dei profili sui social networks.

 

Conoscere queste tipologie di frodi informatiche è il sistema migliore per non cadere vittima di queste truffe online. Prima di inserire le credenziali e di condividere informazioni sensibili è consigliabile accertarsi che chi sta chiedendo queste informazioni sia davvero chi afferma di essere. Spesso è sufficiente un rapido controllo del sito web o una lettura più attenta del messaggio di posta elettronica ricevuto per rendersi conto della frode e starne alla larga.

 

Hacker e Cracker: chi sono e differenze

Alcuni Stati hanno stabilito che non è sufficiente che il malintenzionato riesca ad accedere in maniera fraudolenta ad un sistema informatico o telematico, ma che sia necessario anche che dopo l’introduzione compia delle azioni perseguibili penalmente o arrechi un danno economico considerevole affinché possa essere punito.

 

Ciò rende necessario creare una distinzione tra chi si limita ad accedere ad un sistema informatico e chi invece non si ferma al semplice accesso. Negli Stati in cui la legislazione prevede quanto descritto si può fare una distinzione tra hacker e cracker.

 

Con il termine hacker si fa riferimento a colui che accede ad un sistema telematico o informatico senza averne l’autorizzazione, ma che una volta effettuato l’accesso non ruba informazioni e non arreca alcun danno. Lo scopo dell’hacker è dunque quello di dimostrare la vulnerabilità del sistema e la sua capacità di poterla sfruttare per oltrepassare le misure di sicurezza.

 

Con il termine cracker si fa riferimento invece a colui che non si limita ad accedere senza permesso ai sistemi informatici, ma che lo fa allo scopo di trarre un profitto personale o di arrecare un danno. Il cracker è quindi quello che può essere perseguito legalmente.

 

La distinzione tra hacker e cracker non ha rilevanza in Italia, dal momento che il reato informatico si configura nel momento stesso in cui viene effettuato l’accesso non autorizzato, senza il bisogno che il malintenzionato procuri per forza un guadagno per sé o un danno per altri.

 

Quali sono i reati informatici

Sono stati classificati oggi diversi tipi di reati informatici, motivo per cui abbiamo pensato di proporre una descrizione delle principali violazioni del codice penale che si possono commettere in ambito digitale. Nei prossimi paragrafi scopriremo quali sono i reati informatici e quindi a cosa fare attenzione quando si utilizzano le reti telematiche ed informatiche.

 
reati informatici
Possiamo dividere i reati informatici in cinque principali categorie.
 

L’accesso abusivo a un sistema informatico o telematico

Uno dei più frequenti reati informatici è l’accesso abusivo a un sistema informatico o telematico. Se il sistema è protetto da una o più misure di sicurezza e vi si accede in maniera abusiva senza averne avuto autorizzazione si commette un’azione che viola il codice penale e che dunque è perseguibile come reato informatico. A stabilire ciò è l’articolo 640 ter del codice penale, che stabilisce anche una sanzione pecuniaria minima da € 51,00 a € 1.032,00 e una reclusione minima da 6 mesi a 3 anni.

 

Rientrano in questa definizione ad esempio gli accessi agli account dei social networks, oppure l’accesso ai conti bancari online. Il reato si configura nel momento stesso in cui si effettua l’accesso ad insaputa del proprietario dell’account e indipendentemente dalle azioni che si faranno una volta entrati nel sistema. Dimostrare l’accesso abusivo al sistema informatico o telematico non è complesso, infatti la Corte di Cassazione ha stabilito che basta individuare l’IP come prova dell’avvenuto accesso.

 

La detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici e telematici

Un altro reato informatico molto diffuso nel nostro paese è la detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso, che consentano ad individui senza le dovute autorizzazioni di effettuare l’accesso a sistemi telematici ed informatici.

 

Commette questo reato chiunque si procura o diffonde metodi di accesso a sistemi telematici ed informatici protetti e per accedere ai quali è necessaria l’autorizzazione. Il reato si configura anche nel caso in cui non si diano direttamente codici d’accesso, ma informazioni volte ad ottenere l’accesso in maniera abusiva ed illegale.

 

La detenzione e la diffusione abusiva di codici d’accesso è considerata illegale nel momento in cui queste azioni vengano svolte per ottenere un profitto per sé o per altri, oppure per arrecare danno ad altre persone.

 

Diffusione di strumenti o programmi informatici che danneggiano o interrompono un sistema

Anche il danneggiamento o l’interruzione di un sistema attraverso la diffusione e l’impiego di strumenti o programmi informatici vengono descritti come reati informatici. Diffondere o utilizzare un programma o uno strumento informatico sviluppato personalmente o da terzi, allo scopo di causare un’interruzione del sistema, un danneggiamento dello stesso o un’alterazione dei dati che contiene è punibile come violazione del codice penale.

 

Intercettazione, interruzione illecita o impedimento di comunicazioni telematiche o informatiche

Chiunque in maniera fraudolenta si renda responsabile dell’intercettazione di comunicazioni telematiche o informatiche, della loro interruzione illecita o del loro impedimento può essere punito per aver commesso un reato informatico previsto dal nostro codice penale. Un esempio di questo reato è l’intercettazione attraverso lo sfruttamento dei collegamenti alle reti Wi-Fi.

 

I reati informatici e la Polizia Postale

E’ la Polizia Postale che si occupa di vigilare sulla rete e di proteggere gli internauti dai pericoli che si trovano online. Istituita il 31 marzo 1998 con un decreto del Ministero dell’Interno, il ruolo della Polizia Postale è oggi ancor più fondamentale, a causa dell’impiego sempre più diffuso degli strumenti informatici e dell’aumento dei reati informatici che si è registrato negli ultimi anni.

 

Attualmente la Polizia Postale ha la sua sede principale nella capitale d’Italia, ma può contare su ottanta sezioni territoriali controllate da venti compartimenti regionali. Per operare in maniera più efficiente la Polizia Postale è stata organizzata in varie aree operative, ciascuna delle quali si occupa di un differente settore.

 

Tra le aree da ricordare segnaliamo quella che si occupa del gioco d’azzardo online, quella dedicata al cyberterrorismo, l’area di intervento per i contenuti pedopornografici, quella rivolta alla protezione dei sistemi informatici critici del nostro paese, quella specializzata nell’e-banking ed infine quella che si occupa di copyright.

 
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Conoscere le minacce che si possono incontrare durante la navigazione è importante per proteggersi dai reati informatici.
 

Come proteggersi dai reati informatici

Per proteggersi dai reati informatici il primo passo consiste nel conoscere quali sono le minacce che si possono incontrare in rete. In secondo luogo ci si può informare sui consigli e sulle buone pratiche da seguire per non mettersi in situazioni pericolose durante la navigazione in rete e durante l’utilizzo dei sistemi informatici e telematici.

 

Prima di condividere dati sensibili bisognerebbe verificare l’identità di chi le sta richiedendo e controllare che il sito web su cui si sta navigando sia affidabile. In generale le credenziali d’accesso ed altri dati sensibili non andrebbero condivisi ed andrebbero utilizzati esclusivamente sui siti web ufficiali.

 

Un altro consiglio è di utilizzare delle password forti e di cambiare spesso le chiavi d’accesso. Sarebbe utile inoltre utilizzare parole chiave diverse per i differenti account, evitando di utilizzare sempre la stessa password per tutto.

 

Gli utenti più scrupolosi utilizzano anche una VPN per la navigazione sicura in rete e per limitare al minimo il numero di informazioni che vengono condivise durante le sessioni di utilizzo di Internet e dei sistemi informatici in generale.

 

Corsi di Alteredu che trattano di reati informatici

Per restare aggiornati sul tema si può seguire un corso sui reati informatici. Trattandosi di un argomento di grande attualità, noi di Alteredu abbiamo deciso di inserire nella nostra offerta formativa dei corsi riconosciuti dedicati ai crimini informatici ed alla sicurezza in ambito digitale.

 

Tutti i nostri percorsi di formazione si svolgono interamente online: i professionisti che decideranno di iscriversi otterranno l’accesso a tutto il materiale di studio di cui avranno bisogno per acquisire le nozioni e le competenze che serviranno poi in ambito lavorativo e che saranno ovviamente necessarie per poter superare l’esame finale ed ottenere l’attestato. Vediamo insieme quali sono i corsi sui reati informatici di Alteredu, ai quali ci si può iscrivere per diventare degli esperti del settore e per migliorare il proprio curriculum.

 

Corso online Eipass cybercrimes – Reati informatici

Per raggiungere una valida formazione nel settore della cybersicurezza si può scegliere il nostro corso online Eipass cybercrimes – Reati informatici. Si tratta di un percorso di formazione di 100 ore, che consentirà ai professionisti di imparare a riconoscere i vari rischi che derivano dall’utilizzo della rete – soprattutto quando se ne fa un utilizzo non appropriato – e a riconoscere le varie tipologie di reati informatici, di approfondire l’inquadramento giuridico di questi reati e di imparare a difendersi al meglio.

 

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Corsi online di cybersecurity

Ai nostri clienti proponiamo anche diversi corsi online di cybersecurity, percorsi di apprendimento e di approfondimento che possono avere attualmente una grande valenza in ambito lavorativo, soprattutto in quei settori che fanno uso delle nuove tecnologie e che sono dunque esposte al rischio di reati informatici commessi da malintenzionati che desiderano trarre un profitto o arrecare un danno.

 

Tra i migliori corsi digitali a cui ci si può iscrivere per scoprire di più sui reati e sulla sicurezza informatica si trova il Corso di aggiornamento per i lavoratori (Cybersecurity e consapevolezza dell’utilizzo dei social).

 

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